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That’s Focus – Digital Mourning di NeÏl Beloufa | Pirelli HangarBicocca

Digital Mourning di NeÏl Beloufa a cura di Roberta Tenconi, è la prima mostra personale dedicata all’artista franco algerino da un’istituzione italiana, attualmente esposta presso gli spazi espositivi della fondazione Pirelli HangarBicocca – di cui attendiamo la riapertura al pubblico.

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Neïl Beloufa Veduta della mostra, “Digital Mourning”, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2021 Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto: Agostino Osio

La contemporaneità esasperata è il tema centrale della mostra e un’indicazione in questo senso ci viene offerta a partire dal titolo Digital Mourning (“lutto digitale”), il quale vuole andare a sottolineare la paradossalità e la dualità della dimensione digitale; che certamente consente la creazione di mondi fittizi alternativi ed emulatori di quello reale, la natura dei quali risulta però fragilissima ma potente abbastanza da indebolire – arrivando certe volte ad annientare – la nostra realtà primaria.

La narrazione di Digital Mourning è ambientata in uno scenario che vagamente ricorda quello di un festival musicale, in cui musica ad un volume al limite del tollerabile e neon lights sono protagonisti, il quale coincide però coi resti di un set cinematografico precedentemente utilizzato dall’artista per le riprese di un film ambientato nella città fittizia di Agrabah – in particolare in un noto parco divertimenti che sembra essere ormai stato abbandonato. La mostra si caratterizza come polisemica, a partire infatti dal focus sulla società contemporanea e sulle modalità con cui viene riprodotta e mediata dall’interazione digitale e dai sistemi tecnologici, ci vengono presentati video, film, installazioni e sculture, le quali consistono in riadattamenti di lavori precedentemente realizzati da NeÏl Beloufa nell’intervento realizzato appositamente per gli spazi di Pirelli HangarBicocca.

Il percorso espositivo, il quale si articola in sezioni tematiche contigue e attraverso cui i visitatori sono guidati dai continui e repentini interventi dei tre host – false sculture ed entità digitali che incarnano determinati stereotipi e attitudini – si apre con Screen Talk, un progetto sperimentale online il quale nasce da un adattamento in una mini-serie per il web del video risalente al 2014 Home is whenever I’m with you.

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Neïl Beloufa Veduta della mostra, “Digital Mourning”, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2021 Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto: Agostino Osio

Qui di seguito, l’artista NeÏl Beloufa sull’opera Screen Talk.

Home is whenever I’m with you era un video di cui non ero molto soddisfatto, e che non ho mai veramente portato a termine. Quando è stato realizzato, era difficile da capire, in quanto risultava un po’ assurdo e strano anche per me. Quando la pandemia è iniziata, l’idea di un rapporto tra le persone basato unicamente su un’interazione digitale ha acquistato finalmente senso e il progetto è imprevedibilmente apparso come uno strano specchio del presente.

Siccome volevo continuare a diffondere cultura e produrre opere d’arte durante il lockdown, abbiamo deciso di concludere il video e di trovare un contesto per esporlo che si prendesse gioco della vita che stavamo conducendo in quel momento. Abbiamo deciso di realizzare, attorno a quel film riadattato in forma di mini-serie, un sito divertente e vecchio stile con giochi che sembrano spams, edizioni certificate da block-chain che ciascuno poteva stampare a casa e compilare. Il punto interessante per me è stato che non avrei mai girato un film sulla pandemia durante la pandemia, perché solitamente non lavoro con l’attualità. Quindi la tempistica e la differenza con il film hanno aggiunto una distanza interessante al progetto.

Anche se la pandemia ha probabilmente portato maggior attenzione al progetto, ciò che è stato interessante per me è che il vero soggetto della mini-serie, che è “come gli esseri umani si relazionano tra loro attraverso la tecnologia e lo spazio digitale”, era qualcosa che era per me necessario affrontare durante il lockdown.

Normalmente quando creo un’opera d’arte, questa viene mostrata all’inizio nello spazio fisico, e poi mediata attraverso internet come documento, come se per gli “artisti” il digitale fosse un luogo di considerazione inferiore per diffondere le loro creazioni o come se questo non fosse uno spazio adatto per l’arte. Durante il lockdown, la cultura è stata consumata soprattutto a livello digitale, a un ritmo che credo non sia mai stato visto prima. Riportare il progetto sotto forma di installazione – come nell’ingresso della mostra Digital Mourning in Pirelli HangarBicocca – è stato un po’ uno scherzo per invertire quella meccanica, per documentare internet nello spazio fisico, e anche per documentare il fatto che fossi felice di realizzare ancora qualcosa di fisico, pur considerando che il vero spazio di esistenza di Screen-talk è il digitale.

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Neïl Beloufa Screen Talk, 2020–in corso Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2021 Courtesy Bad Manner’s Paris/Miami/Ibiza, kamel mennour, Parigi/Londra, François Ghebaly, Los Angeles, Mendes Wood DM, ZERO…, Milano e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto: Agostino Osio