OPR Gallery, nata come evoluzione del progetto Office Project Room, è la galleria d’arte contemporanea ospitata all’interno di CO99, un Art Building in zona Forlanini con alla base una nuova idea di ricettività, semplice e flessibile, e l’obiettivo di creare una knowmunity, basata sulla condivisione di conoscenza ed interessi.
Giorgio de Chirico – Ettore Tripodi, è la seconda mostra realizzata negli spazi di OPR Gallery,nata dallacollaborazione con la Collezione Ramo in occasione della prima edizione della Milano Drawing Week,e visitabile fino al 14 gennaio.
Ettore Tripodi, senza titolo (Notturni), 2018. Courtesy OPR Gallery e l’artista
Al suo debutto Milano Drawing Week, il nuovo appuntamento annuale dedicato al disegno e alle opere su carta, vede dialogare le opere di artisti contemporanei con quelle dei grandi maestri del XX secolo e per l’occasione OPR Gallery presenta “notturni”, il lavoro di Ettore Tripodi in dialogo con “Ninfee”, un’opera di Giorgio de Chirico. L’opera proveniente dalla Collezione Ramo è stata selezionata da Tripodi in quanto in qualche modo in continuità con l’atmosfera, onirica e al limite del surreale, dei suoi disegni. Una sorta di paradosso infatti, un’oscillazione tra il riso e la malinconia sembra caratterizzare tanto l’opera di de Chirico quanto i “notturni” di Tripodi.
“Notturni” consiste in una serie didisegni, realizzati tra il 2017 e il 2018 con china e acquerello su carta, ventitré dei quali sono stati selezionati ed ordinati sulle pareti come una grande pellicola svolta di fotogrammi dipinti, i quali compongono nella loro totalità un’unità narrativa che sembra ricordare un piano sequenza cinematografico.
Ettore Tripodi, senza titolo (Notturni), 2018. Courtesy OPR Gallery e l’artista
I protagonisti della sequenza, ritratti individualmente nei primi disegni, si ritrovano a guardare direttamente in camera, come sorpresi nel corso di un’azione compiuta per automatismo, per poi ritrovarsi, sorprendentemente in qualche fotogramma più avanti, compresi all’interno della stessa inquadratura dando vita ad una narrazione confusa.
L’intera sequenza si compone come un puzzle, una linea narrativa che va ricostruita dallo spettatore percorrendo e ripercorrendo tutti e ventitre i fotogrammi, fino quasi ad addentrarsi all’interno del processo creativo dell’artista.
Giorgio de Chirico, Ninfee, 1948. Courtesy Collezione Ramo
Il ciclo di disegni è inoltre scandito dall’oscillazione ed interazione dei poli dicotomici di ambienti interni ed esterni, uomo e animale, naturale ed artificiale fino a raggiungere una conciliazione nelle figure primigenie delle “Ninfee”, che vediamo unirsi alla sfera naturale nella nudità dei loro corpi, inserendosi perfettamente come fotogramma conclusivo della narrazione.
La mostra sarà visitabile fino al 14 gennaio presso OPR Gallery (viale Corsica 99 Milano), dal lunedì al venerdì h. 14.30 – 18.30, o su appuntamento.
Da un’intuizione di OVER, azienda leader nella sostenibilità, e dall’incontro con THAT’S CONTEMPORARY nasce la collaborazione con 5 artistə contemporaneə che interpretano la funzionalità di AirFrame, il nuovo purificatore d’aria sostenibile e made in Italy che entrerà nelle case accompagnato da un certificato di autenticità del multiplo d’artista. La presentazione di AirFrame si è svolta ieri sera all’interno della sede neoclassica del Palazzo Serbelloni di Milano, le cui pareti in marmo hanno fatto da perfetto sfondo alle cinque edizioni d’artista.
Traendo ispirazione dai valori cardine e dalla vision di OVER, sono statə selezionatə cinque artistə che, ognuno con una propria originale ricerca e l’utilizzo di media disparati, hanno indagato la relazione tra l’ambiente e l’io, quale esternalizzazione della dimensione intima più profonda dell’individuo. Lə artistə hanno utilizzato AirFrame come una tela bianca ed è stata concessa loro totale libertà artistica al fine di realizzare un multiplo d’artista per AirFrame
AirFrame, infatti, così come l’opera d’arte che ne diviene parte integrante, collocandosi in un ambiente domestico, entra in dialogo diretto con la sfera privata del singolo, consentendo l’enfatizzazione di molteplici sfaccettature, sia da un punto di vista emotivo che estetico. L’interpretazione della relazione tra io e ambiente da parte degli artisti offre uno spaccato contemporaneo sul tema, espresso in un caleidoscopio di forme, colori, geometrie ed immagini diverse ed uniche.
Lə cinque artistə coinvoltə in questo progetto sono Paolo Gonzato (Busto Arsizio, 1975), Sali Muller (Lussemburgo, 1981), Mara Palena (Garbagnate Milanese,1988), Przemek Pyszczek (Bialystok, 1985), Laura Santamaria (Como, 1976).
[Lə ARTISTə]
Paolo Gonzato, Out of Stock, 2021 60 x 85 cm fine art print on gold aluminium edition authenticated by the artist: 250. Courtesy l’artista e APALAZZO GALLERY
Paolo Gonzato (Busto Arsizio, 1975) vive e lavora Milano. Da sempre interessato alle dinamiche recessive, dal 2003 realizza una serie di lavori pittorici e installativi dal titolo OUT OF STOCK. Declinando vari media, in questa serie Gonzato impiega materiali di risulta archiviati da installazioni e lavori precedenti, per arrivare a riempire delle griglie il cui pattern a losanga rimanda direttamente al costume di Arlecchino. Gonzato crea il prproprio intimo e personale ambiente tramite una griglia, riferimento costante nel suo lavoro che richiama il pattern del costume di Arlecchino.
Sali Muller, Ultra contemporary landscape, 2021 54×85 cm fine art print on gold aluminium edition authenticated by the artist: 250. Courtesy l’artista e The Flat – Massimo Carasi
Sali Muller(Lussemburgo, 1981), vive e lavora a Lussemburgo. Tramite il media scultoreo ed installativo crea superfici riflettenti che indagano il sentimento universale di analisi e rivelazione dell’individuo.
Nel suo lavoro integra l’utilizzo di video, luci e suoni al fine di creare una relazione tra il singolo e l’ambiente circostante, creando spazi e dimensioni a metà tra immaginazione e realtà. Nel lavoro presentato, Muller crea multi-universi riflettenti in grado di portare l’individuo all’interno di una dimensione mistica di analisi del sé e dello spazio fisico.
Mara Palena, Mi ricordo di te, 2021 54×85 cm print on aluminium edition authenticated by the artist: 250. Courtesy l’artista e Twenty14
Mara Palena (Garbagnate Milanese, 1988) vive e lavora a Milano. La sua ricerca si concentra su temi come la memoria, il ricordo e l’identità. L’estetica dell’artista, chiaramente influenzata dal campo della moda dove ha lavorato per diversi anni, si combina con una visione intima e poetica. Utilizzando fotografia, video e suono il suo lavoro mira a coinvolgere lo spettatore in esperienze di carattere sensoriale. Nel lavoro presentato, Palena rielabora paesaggi e ambienti cercando un legame tra personale e collettivo, tra introspezione e connessione.
Przemek Pyszczek, Facade (Nisko), 2021 54×95 cm fine art print on gold aluminium edition authenticated by the artist: 250. Courtesy l’artista e RIBOT Arte Contemporanea
Przemek Pyszczek (Bialystok, 1985) vive e lavora a Berlino. La sua ricerca si focalizza su “paesaggi della memoria”, che rimandano all’idea di un passato immaginato, rappresentato dai paesaggi urbani e dalla rapida evoluzione dell’architettura post-sovietica che rappresentano per l’artista il simbolo di una vita mai vissuta in prima persona. Nel “paesaggio della memoria” presentato, Przemek Pyszczek racconta tramite l’arte un ambiente immaginato e mai vissuto, frutto dell’introspezione dell’artista.
Laura Santamaria, El aliento del mundo (serie de las cuevas 2018 – ), 2021 Il respiro del mondo (dalla serie delle grotte 2018 – ), 2021 Lanzarote, España 2018 color photograph, fine art print on Hahnemühle paper 49 x 80 cm edition authenticated by the artist: 250. Courtesy l’artista
Laura Santamaria (Como, 1976)vive a Como e lavora tra Italia, Svizzera e Inghilterra. Il suo lavoro è di natura multidisciplinare ed include pittura, installazioni, progetti site-specific e investiga lo stato precario della temporaneità della materia, attraverso processi sperimentali e riflettendo su micro e macro cosmo e interconnettività. La Cueva de los Verdes (Isola di Lanzarote) è la grotta che ha ispirato il lavoro esposto. Santamaria, con un approccio all’ambiente primordiale ed ancestrale, indaga in modo metodico e alchimistico la natura e la materia che ne fa parte.
La direzione artistica del progetto è di That’s Contemporary, a cura di Giulia Restifo e Jessica Tanghetti. Da un’idea di Viktoriia Serhieieva.
I multipli d’artista, stampati da A14 stampa originale d’arte e realizzati in edizione da 250 esemplari saranno accompagnati da un certificato di autenticità.
Dopo il successo della prima edizione torna ReA! Art Fair, la fiera indipendente e dedicata all’arte emergente organizzata dall’associazione culturale no profit REA ARTE (formata da un gruppo di giovani imprenditrici dell’arte).
Questa seconda edizione si terrà dal 4 al 6 settembre 2021 alla Fabbrica del Vapore di Milano, e presenterà opere che toccano tutte le tipologie di arti visive.
100 artisti italiani ed internazionali sono stati selezionati a partire dalle 600 candidature ricevute durante l’open call, con lo scopo di creare opportunità reali e valore aggiunto per i giovani artisti che muovono i primi passi nel mondo e mercato dell’arte.
Abbiamo intervistato il team tutto al femminile di Rea! Art Fair per approfondire i temi e le novità di questa seconda edizione.
ReA Fair è giunta alla sua seconda edizione. Quali saranno le novità rispetto allo scorso anno?
Maryna Rybakova: Siamo contente di essere cresciute tanto durante l’ultimo anno. Tra le novità del 2021 ci sono le collaborazioni con enti importanti, tra cui Fondazione Cariplo, che ci hanno permesso di espandere tutte le attività ed arrivare a un numero maggiore di potenziali visitatori,aumentando così il supporto agli artisti.
Quest’anno ReA! Art Fair farà da satellite alla Design Week, quindi stiamo lavorando per
convincere le persone interessate al design ad esplorare il panorama dell’arte contemporanea emergente. Due mondi che hanno più in comune di quanto sembra.
Ovviamente i 100 artisti indipendenti presenteranno in fiera lavori molto diversi, tra cui progetti interattivi, installazioni sonore e performance dal vivo. Inoltre quest’anno avremo anche la sezione “TALKs” in presenza, con interventi e panel discussion su temi estremamente interessanti. Infine, per la II Edizione, collaboriamo con Artland per la ripresa dell’esposizione in 3D così da permettere la visita virtuale a chi non riuscirà a passare in presenza.
Com’è strutturata la fiera e quali sono i suoi tratti distintivi? Avete come ispirazione un modello fieristico particolare?
Maryna Rybakova: Ci siamo ispirati in primis al modello della Biennale di Venezia delle prime edizioni (quando ancora le opere esposte erano in vendita). Inoltre ci interessava avvicinare gli artisti al mercato dell’arte nella sua versione “pura”, ovvero in un ambiente fieristico: un rito di passaggio davvero importante per chi è alle prime armi.
Uno dei vostri obiettivi principali è quello di far emergere i giovani artisti. In che modo portate avanti questo obiettivo?
Elisabetta Roncati: Oltre ad aver scelto un format fieristico che rappresenta 100 artisti indipendenti senza il tramite di altri soggetti, quali le gallerie, le attività di ReA! non si esauriscono solo nei tre giorni della manifestazione annuale. I creativi vengono poi seguiti passo passo. Ad esempio, per la Giornata Internazionale del Contemporaneo 2020, abbiamo organizzato una vera e propria “maratona” su Zoom in cui i partecipanti della prima edizione di ReA! Fair raccontavano i loro progressi a distanza di due mesi dall’evento. Abbiamo anche dato vita a “ReA! Education and Consulting”, un dipartimento dell’associazione con il quale offriamo consulenze e soprattutto proponiamo corsi a prezzi calmierati per aiutare i giovani artisti emergenti ad entrare nel mercato. Non dimentichiamoci poi i premi che vengono assegnati durante la fiera. Alcuni sono in denaro, altri consentono attività espositive come “Routes”, la collettiva appena conclusasi a Scalo Lambrate che ha visto riuniti 10 artisti della ReA! Fair 2020.
Gli artisti partecipanti vengono scelti dal vostro collettivo curatoriale a partire da un Open Call che viene lanciata sul vostro sito. Quali sono i criteri a cui vi appellate per la loro selezione?
Maria Myasnikova: Non direi che ci siano dei criteri specifici da rispettare per essere selezionati, a parte essere un artista emergente. A questo punto mi domanderete: “Chi è considerato un artista emergente?” Un artista emergente è un creativo agli inizi della sua carriera. Chi è in grado di attingere ad un ampio corpus di opere o ha ricevuto un riconoscimento duraturo, su scala più ampia, non può essere considerato emergente. La selezione degli artisti pronti a mostrare le proprie opere è spesso impegnativa. Come ho detto prima non c’è una lista di caratteristiche alle quali le opere d’arte si devono attenere. Si tratta di capire se ciò che l’artista sta cercando di dire può essere percepito, se si può esprimere visivamente il proprio concetto senza spiegarlo verbalmente. Esortiamo gli artisti a inviare il loro portfolio, insieme alle richiesta di partecipazione alla manifestazione, poiché ci aiuta a prendere una corretta decisione sul fatto che il corpus di lavori sia in un punto in cui può essere mostrato o meno. Inoltre chiediamo anche l’artist statement: una serie non troppo lunga di frasi che descrivono cosa fai e perché lo fai.
Potremmo definirlo una sorta di alterego scritto dell’artista che spiega al pubblico il suo lavoro.Certo non è semplice redigerlo, ma è molto utile. Aiuta ad acquisire una comprensione più profonda della propria arte, a sentirsi più connesso a quella specifica tipologia creativa e, in definitiva, a valorizzarla. Tutti questi elementi possono fare andare a buon fine o cassare del tutto una richiesta di partecipazione alla manifestazione. Di contro però aiutano gli artisti a spiegare a parole la propria pratica, rendendoli consci di cosa stiano facendo e del perché il proprio lavoro sia fantastico ed originale.