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Alissa Marchenko con Gianfranco Pola
Perché alcune persone ricercano e vivono l’arte nelle loro vite? Alcune delle risposte possibili sono per entrare in nuovi mondi o per evadere il presente; per credere; per conoscere; per impararare ad amare oltre il percepibile.
A volte siamo confinati nel circuito che si crea intorno al lavoro, specialmente in città iperstimolanti come Milano, dove è difficile riuscire a partecipare a tutti gli appuntamenti del proprio settore, rendendo complicato la scoperta di altri ambiti.
É per questo che la commistione tra differenti settori apre a nuovi scenari di possibilità.
L’arte del rinascere di Alissa Marchenko
Lei è Alissa Marchenko, l’abbiamo intervistata qui, è una giovane artista con una storia arcaica. In un periodo della vita trascorso in Polonia, creava sculture con le erbe locali; stava costruendo la sua memoria emotiva in forte connessione con la terra che la stava accogliendo.
Oggi distruggere può sembrare estremamente faticoso, ma se ci soffermiamo a pensare, è in realtà naturale; per fare la farina bisogna distruggere il grano” – racconta l’artista ai partecipanti dell’evento. Demolire può significare anche dare una nuova vita alla materia. In un’altra fase della storia di Alissa, iniziata in Ucraina e che prosegue oggi a Milano, anche grazie all’incontro con il collezionista Giulio Raffaele, le sette opere realizzate con le erbe vengono distrutte per diventare pigmento pittorico per altrettanti disegni che portano la memoria delle sculture.
La filosofia dell’ora et labora nei liquori Chartreuse
Sette sono i monaci che fondarono la Grande Chartreuse, la casa madre dell’ordine dei Certosini da cui originò il più antico liquore alle erbe. Ci vollero 159 anni per arrivare alla stabilizzazione del colore verde chartreuse che oggi tutti conosciamo e la cui ricetta è ancora oggi segreta (la storia racconta che ne fu negata l’informazione anche a Napoleone); eccetto che per i due monaci formulatori che ogni giorno lavorano le erbe e le spezie che producono l’omonimo liquore Chartreuse.
Oggi questa produzione contribuisce al mantenimento di una parte dei monasteri basati sul credo di ora et labora.
Sono 130 erbe, fiori, radici e spezie che formulano diversi tipi di liquore: le più classiche Gialla e Verde, le più ricercate 9° centenaria, Mof, Regina dei Liquori, VEP e primo cronologicamente l’Elixir, elisir di lunga vita confezionato nella caratteristica fustella di legno.
Lui è Gianfranco Pola, che rappresenta, divulga e coinvolge nell’amore per Chartreuse da oltre 30 anni migliaia di persone e per il quale quanto fa, oltre che un lavoro, è una missione. Come spesso accade a chi crea o lavora con l’arte.
Una miscela viva: tra arte e liquori
Ed ecco il processo alchemico che abbiamo indotto insieme a Gaia Bianchi, Andrea Zardin e Mariaelena Marion
della galleria BianchiZardin organizzando un’esperienza che ha avuto come protagonisti l’arte di Alissa Marchenko e la Chartreuse raccontata da Gianfranco Pola. Raccontare del lavoro dell’arte e dei liquori ha immediatamente reso un unico gruppo gli appassionati e i collezionisti d’arte e gli estimatori di Chartreuse presenti, generando una scoperta e un arricchimento reciproci.
Per questo tipo di alchimia che si sperimenta nel provare nuove miscele tra settori, nel cantiere di That’s Contemporary c’è sempre più la volontà di ideare esperienze di incontro, scoperta e approfondimento tra saperi, da progettare in collaborazione con aziende e privati che condividono l’approccio di apertura e contaminazione.
Quando, anche grazie al lavoro di Gianfranco Pola e del suo grande amico e direttore mondo Philipe Rocher, il brand della Chartreuse è divenuto di “successo” e ricercatissimo, l’area commerciale ha chiesto ai monaci di aumentare la produzione. La risposta di questi ultimi che non fosse possibile perché “devono pregare” divenne così una notizia diffusa su tutti i giornali.
Se, da questo incontro alchemico, porto a casa da Alissa Marchenko il coraggio di distruggere per rigenerare, m’illumino con la pratica dei monaci, per cui il lavoro è fondamentale ma lo è altrettanto il tempo della preghiera e della celebrazione.
Ps: Alissa ha fatto anche i biscottini con le erbe e Gianfranco ha aperto una bottiglia di Chartreuse degli anni ‘80.