Intervista a ReA! Art Fair (ed. 2021)

Intervista a ReA! Art Fair (ed. 2021)

100 artisti emergenti

Dopo il successo della prima edizione torna ReA! Art Fair, la fiera indipendente e dedicata all’arte emergente organizzata dall’associazione culturale no profit REA ARTE  (formata da un gruppo di giovani imprenditrici dell’arte). 

Questa seconda edizione si terrà dal 4 al 6 settembre 2021 alla Fabbrica del Vapore di Milano, e presenterà opere che toccano tutte le tipologie di arti visive.

100 artisti italiani ed internazionali sono stati selezionati a partire dalle 600 candidature ricevute durante l’open call, con lo scopo di creare opportunità reali e valore aggiunto per i giovani artisti che muovono i primi passi nel mondo e mercato dell’arte.

Abbiamo intervistato il team tutto al femminile di Rea! Art Fair per approfondire i temi e  le novità di questa seconda edizione.

ReA Fair è giunta alla sua seconda edizione. Quali saranno le novità rispetto allo scorso anno?

Maryna Rybakova: Siamo contente di essere cresciute tanto durante l’ultimo anno. Tra le novità del 2021 ci sono le collaborazioni con enti importanti, tra cui Fondazione Cariplo, che ci hanno permesso di espandere tutte le attività ed arrivare a un numero maggiore di potenziali visitatori,aumentando così il supporto agli artisti.

Quest’anno ReA! Art Fair farà da satellite alla Design Week, quindi stiamo lavorando per

convincere le persone interessate al design ad esplorare il panorama dell’arte contemporanea emergente. Due mondi che hanno più in comune di quanto sembra.

Ovviamente i 100 artisti indipendenti presenteranno in fiera lavori molto diversi, tra cui progetti interattivi, installazioni sonore e performance dal vivo. Inoltre quest’anno avremo anche la sezione “TALKs” in presenza, con interventi e panel discussion su temi estremamente interessanti. Infine, per la II Edizione, collaboriamo con Artland per la ripresa dell’esposizione in 3D così da permettere la visita virtuale a chi non riuscirà a passare in presenza.

Com’è strutturata la fiera e quali sono i suoi tratti distintivi? Avete come ispirazione un modello fieristico particolare?

Maryna Rybakova: Ci siamo ispirati in primis al modello della Biennale di Venezia delle prime edizioni (quando ancora le opere esposte erano in vendita). Inoltre ci interessava avvicinare gli artisti al mercato dell’arte nella sua versione “pura”, ovvero in un ambiente fieristico: un rito di passaggio davvero importante per chi è alle prime armi.

Uno dei vostri obiettivi principali è quello di far emergere i giovani artisti. In che modo portate avanti questo obiettivo?

Elisabetta Roncati: Oltre ad aver scelto un format fieristico che rappresenta 100 artisti indipendenti senza il tramite di altri soggetti, quali le gallerie, le attività di ReA! non si esauriscono solo nei tre giorni della manifestazione annuale. I creativi vengono poi seguiti passo passo. Ad esempio, per la Giornata Internazionale del Contemporaneo 2020, abbiamo organizzato una vera e propria “maratona” su Zoom in cui i partecipanti della prima edizione di ReA! Fair raccontavano i loro progressi a distanza di due mesi dall’evento. Abbiamo anche dato vita a “ReA! Education and Consulting”, un dipartimento dell’associazione con il quale offriamo consulenze e soprattutto proponiamo corsi a prezzi calmierati per aiutare i giovani artisti emergenti ad entrare nel mercato. Non dimentichiamoci poi i premi che vengono assegnati durante la fiera. Alcuni sono in denaro, altri consentono attività espositive come “Routes”, la collettiva appena conclusasi a Scalo Lambrate che ha visto riuniti 10 artisti della ReA! Fair 2020.

Gli artisti partecipanti vengono scelti dal vostro collettivo curatoriale a partire da un Open Call che viene lanciata sul vostro sito. Quali sono i criteri a cui vi appellate per la loro selezione?

Maria Myasnikova: Non direi che ci siano dei criteri specifici da rispettare per essere selezionati, a parte essere un artista emergente. A questo punto mi domanderete: “Chi è considerato un artista emergente?” Un artista emergente è un creativo agli inizi della sua carriera. Chi è in grado di attingere ad un ampio corpus di opere o ha ricevuto un riconoscimento duraturo, su scala più ampia, non può essere considerato emergente. La selezione degli artisti pronti a mostrare le proprie opere è spesso impegnativa. Come ho detto prima non c’è una lista di caratteristiche alle quali le opere d’arte si devono attenere. Si tratta di capire se ciò che l’artista sta cercando di dire può essere percepito, se si può esprimere visivamente il proprio concetto senza spiegarlo verbalmente. Esortiamo gli artisti a inviare il loro portfolio, insieme alle richiesta di partecipazione alla manifestazione, poiché ci aiuta a prendere una corretta decisione sul fatto che il corpus di lavori sia in un punto in cui può essere mostrato o meno. Inoltre chiediamo anche l’artist statement: una serie non troppo lunga di frasi che descrivono cosa fai e perché lo fai.

Potremmo definirlo una sorta di alterego scritto dell’artista che spiega al pubblico il suo lavoro.Certo non è semplice redigerlo, ma è molto utile. Aiuta ad acquisire una comprensione più profonda della propria arte, a sentirsi più connesso a quella specifica tipologia creativa e, in definitiva, a valorizzarla. Tutti questi elementi possono fare andare a buon fine o cassare del tutto una richiesta di partecipazione alla manifestazione. Di contro però aiutano gli artisti a spiegare a parole la propria pratica, rendendoli consci di cosa stiano facendo e del perché il proprio lavoro sia fantastico ed originale.

 

 

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Market Brief: Bisa Butler’s Quilted, Jewel-Toned Portraits Are Receiving Universal Acclaim

The latest

On Tuesday, Pérez Art Museum Miami (PAMM) announced Bisa Butler as one of 13 artists whose works were added to its permanent collection. The acquisition of Butler’s technicolor quilted portrait, titled Black is King (2021), marks the artist’s first time entering the South Florida institution’s collection. The New Jersey–born and –based artist, whose work has been exhibited for over two decades, is gaining renewed acclaim for her vivid portrayals of Black life in the United States. Rendered in bright, jewel-toned, layered quilts, her portraits celebrate Blackness through their depictions of everyday people and notable historical figures. PAMM’s acquisition of Butler’s work follows a recent jump in the prolific artist’s visibility over the past year that stretches beyond the art world and echoes her rising secondary-market demand.

Key figures

Butler’s work made its first secondary-market appearance this past April when her appliquéd cotton quilt Nandi and Natalie (Friends) (2007) sold for a staggering $75,000—over seven times the work’s high estimate—at Swann Galleries’s spring offering of African American art. This stunning auction debut came a little less than a year after Butler’s inaugural solo institutional exhibition at New York’s Katonah Museum. The show subsequently traveled to the Art Institute of Chicago, where it is currently on view through September 6th.
In addition to her recent museum exhibitions, Butler’s work has also landed on the covers of a number of high-profile publications. In December 2020, the artist depicted the racial justice activist Porche Bennett-Bey for one of Time magazine’s annual “Person of the Year” covers in hues of fuchsia and indigo. Then in April, Essence magazine announced it commissioned a one-of-a-kind quilt by the artist to grace the cover of its May/June 2021 edition. Based on an image of New Jersey rapper Nilah Bogar taken by Butler’s friend and photographer Paul Chinnery, the cover commission reimagines the original black-and-white headshot into a profound, color-saturated textile portrait of Bogar wearing a top of collaged images from last summer’s global protests for racial justice.

Nearly two months later, the artist was included in the Oprah Winfrey Network (OWN)’s “Juneteenth Artist Showcase.” OWN, in collaboration with Claire Oliver Gallery, spotlighted Butler in short-form video vignettes that celebrated the artist’s talents and explored the various ways in which she centers the Black experience in her work. Butler was featured alongside conceptual artist Hank Willis Thomas, mixed-media artist Tiffany Alfonseca, and interdisciplinary textile artist Gio Swaby.
Butler’s widespread institutional recognition and editorial projects have paralleled the artist’s growing demand on Artsy, which has surged over the past year. Thus far in 2021, the number of collectors following the established artist on the platform has nearly tripled from the year before.

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10 Gen Z Artists around the World Offer a Look inside Their Art Practices

Generation Z cannot be flattened into a single, simple category. Despite the public’s perception of a group of social media–obsessed and ego-driven young people, Gen Zers—born between 1997 and 2015—maintain a diverse range of perspectives. And what’s often dismissed is the way that world-altering events and technological advancements have impacted their lives.
Gen Z grew up in a post-9/11 internet age; their young adulthood coincided with the decentralization of information, more accessible education, and the erosion of fact-based knowledge. And the need to confront our damaged and dying planet from an early age left an indelible mark on the generation as a whole.

When it comes to visual artists of Gen Z, while they might share characteristics with their older peers—addressing issues of identity, cultural taboos, sexuality, and social and political unrest—the specific contexts in which they matured distinguishes them from their forebears.

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